Spettroscopia EPR applicata allo studio dei processi ossidativi in sistemi biologici e alla determinazione delle proprietà antiossidanti.

Gruppo di lavoro

Astolfi Paola, Carloni Patricia, Damiani Elisabetta, Pierluigi Stipa

In collaborazione con:

Dipartimento di Scienza della Vita e dell’Ambiente – Università Politecnica delle Marche
Dipartimenti di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali – Università Politecnica delle Marche
Dipartimento di Scienze Cliniche Specialistiche ed Odontostomatologiche – Università Politecnica delle Marche
BASF – Grenzach (Germany)
Scuola di Bioscienze e Biotecnologie, Università di Camerino

Descrizione del campo di attività

La spettroscopia EPR viene utilizzata per lo studio di processi ossidativi e la produzione di radicali liberi in sistemi di interesse biochimico, cosmetico e alimentare.

La produzione di radicali liberi in seguito ad esposizioni a radiazioni ultraviolette è tra i principali responsabili dei fenomeni di fotoinvecchiamento e dell’insorgenza di tumori cutanei. Le creme solari comunemente utilizzate contengono molecole organiche che agiscono da filtro di radiazioni che, a volte, possono non essere fotostabili, producendo a loro volta specie radicaliche reattive che contribuiscono ad aggravare ulteriormente il danno causato dalla radiazione stessa. In questo contesto la spettroscopia EPR viene utilizzata per verificare l’efficacia dei filtri contenuti in creme solari nella protezione nei confronti di radicali liberi formatisi in seguito ad esposizione ai raggi UV, permettendo inoltre di evidenziare e quantificare l’eventuale produzione di radicali sia da parte dei filtri solari stessi, presenti da singoli o in combinazione, che da parte delle creme solari. Questa tecnica permette infine anche di verificare il comportamento di filtri di nuova sintesi valutandone la loro efficacia.

Anche in campo agroalimentare la spettroscopia EPR viene largamente utilizzata. Infatti, la capacità antiossidante attribuita ad alimenti e bevande, come fragole, miele, tè, pomodoro, olio, come pure quella di singoli composti antiossidanti, come i flavonoidi estratti da questi alimenti, è determinata mediante la tecnica dello “Spin Trapping” o attraverso l’utilizzo di radicali stabili come il DPPH.